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“La Storica Fagiolata di San Defendente” a Castiglione d’Asti, 2 Gennaio

Il Primo Evento di Ogni Anno, Emblematico del Patrimonio Immateriale Italiano

Un esemplificativo tesoro del Patrimonio Immateriale Nazionale è la prima iniziativa dell’anno targata Pro Loco in Piemonte e forse in tutt’Italia; e, se lo è, lo è da tempo immemore, perché è da secoli che il 2 gennaio si tiene nella piccola frazione sopra Asti la Storica Fagiolata destinata ai poveri. “Et minam unam leguminum pauperibus erogare” (Distribuire ai poveri un’emina di legumi) dice infatti l’atto notarile al quale si fa risalire la più antica tradizione di Castiglione d’Asti e certo una delle più vecchie del Piemonte. Dalle ricerche sviluppate dal Canonico Lorenzo Gentile negli anni Trenta, risulta infatti che il succitato atto fu stipulato nei chiostri del Duomo di Asti nel 1200.

I fratelli Giacomo e Rodolfo di Valle Canea (Caniglie), pongono fine all’annosa vertenza con il Capitolo Ecclesiastico con un accordo e un certo Guglielmo Baldissero di Castiglione si offre di pagare una parte del compenso dovuto dai Canonici ai Feudatari a condizione che, dopo la sua morte, sia celebrata ogni anno una S. Messa per lui ed i suoi parenti e distribuita ai poveri del paese una “emina” (antica unità di misura) di legumi, circa venti chili.

A farsi carico della questua, della cottura e della distribuzione gratuita dei fagioli sino ai primi anni del ‘900 sono stati i Confratelli della Compagnia del Suffragio, i “Batì”. Dai paesi vicini e da Asti arrivavano in molti, spesso affamati e fra questi i girovaghi, le “Ligere”, che almeno per un giorno potevano contare su un pasto caldo garantito.

Il compito della raccolta dei fagioli, della loro cottura, una versione molto semplice di una fagiolata, e della distribuzione è passato nel corso degli anni dai “Batì” ai “Coscritti” (1917) e da qualche tempo (1981), con il moltiplicarsi della quantità, e la scarsità dei coscritti alla Pro Loco di Castiglione in collaborazione con i ragazzi di leva. Dopo otto secoli “La Fagiolata”, continua mantenendo inalterate le caratteristiche peculiari iniziali della manifestazione: la data 2 Gennaio, la lenta cottura (circa 4 ore) su fuoco a legna e la distribuzione anche nei più svariati contenitori che gli avventori  portano da casa per gustare la zuppa tranquillamente al caldo nella propria abitazione. Ma la si può gustare anche nella piccola piazza frazionale. I fagioli non sono venduti ma chiunque può offrire quel che vuole, se vuole. La “Fagiolata” è stata preparata quest’anno da oltre 20 cuochi che si sono dati appuntamento in piazza S. Defendente fin dal primo mattino per preparare e cucinare nei paioli circa 400 chili di fagioli  conditi con costine e cotiche di maiale. Dopo la benedizione e i saluti delle autorità, fra cui la nostra Luisella  Braghero dell’Unpli Asti, è iniziata la distribuzione alle decine di persone che aspettavano.

Una volta erano i poveri, poverissimi del contado che venivano la sera prima, dormivano nei pagliai e la mattina mangiavano, bevevano e si portavano via una padellata di fagioli. Oggi, invece, è la Fagiolata che va a cercare i poveri: da alcuni anni infatti tutte le offerte raccolte vengono destinate ad associazioni di volontariato che operano sul territorio astigiano. Quest’anno una parte andrà  alla Mensa Sociale Comune di Asti e un’altra parte andrà alla  LILT  (Lega Italiana per la Lotta contro  i Tumori)  associazione provinciale di Asti.