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La Via dei Canti Astigiana

La Sfilata del Festival delle Sagre di Asti è molto di più di una sfilata di cosplay ed è cosa assai diversa da una sfilata carnevalesca. E’ più profonda. A primo acchito si potrebbe definire “emozionante”, perché suscita delle emozioni che non sempre sai o vuoi spiegare.

Nel dettaglio si tratta di una lunga, ricca e ben animata sfilata con centinaia di figuranti, paese per paese, Pro Loco per Pro Loco, con varie coreografie e tutta gestita volontariamente dalle Pro Loco astigiane. Il tema è la vita dei paesi nella prima metà del XX secolo (ma alcuni arrivano agli anni Sessanta). Ogni Pro Loco sceglie un tema (L’emigrazione, La canapa, La costruzione della chiesa, L’allevamento etc etc) e lo interpreta con auto e moto d’epoca (magari non sempre collimanti, ma certo d’antan), biciclette, strumenti di lavoro e soprattutto vestiti ed oggetti d’epoca. Un po’ su carri allestiti -e tirati da un trattore testa calda, vecchio e originale-, un po’ sui mezzi, un po’ a piedi, un po’ tirando carretti o spingendo una carriola di legno… contadine e contadini, ricchi borghesi e signore dell’alta società, operai, saltimbanco, preti e suore, maestre e scolaretti… davanti a voi sfila un mondo perduto, il mondo della provincia piemontese, astigiana nella fattispecie; reso vivo da costumi veri (recuperati, rattoppati, adattati, restaurati…) e da scenografie e musiche degne di un “carnevale di Rio” in piccolo. Una coreografia collettiva che meriterebbe più animazione video, più voci narranti, più influencer a raccontare…

Però non è un carnevale, absit iniuria verbis, ma qualcosa di diverso: emoziona. Emoziona perché è come percorrere una “via dei canti” australiana, una via cantata in cui il presente si ricollega al passato, lo celebra, lo ricorda, si dichiara continuazione. Si ripercorrono le strade che hanno calcato i padri, i nonni, gli avi… Una celebrazione collettiva che è anche gioco e divertimento ma induce al confronto: ecco, sembra dire, noi siamo qui e voi siete là: ma noi siamo quello che siamo perché ci siete stati voi!
Ed è bello ricordare. E’ il patrimonio immateriale della memoria, preparato e celebrato per un anno e regalato a noi tutti in una mattinata.