Il moltiplicarsi dei sistemi di comunicazione di massa ci ha inevitabilmente sottoposto ad una serie impressionante ed inflazionante di notizie. Siamo sommersi da migliaia di proposte, che creano in definitiva soltanto confusione e stress, ma che sono ormai diventate un modo di comunicare diffuso, il cui unico obiettivo è quello di incrementare i profitti. In questo oceano di informazioni rischiano di perdersi le notizie importanti, la cui ricerca dipende ormai solo dalla volontà del singolo individuo.
Di fronte alla più grande crisi dell’era moderna, l’unica strategia escogitata sembra essere quella di sommergerci di dati sul PIL (il famigerato Prodotto Interno Lordo). In una società in cui la regola è che “più uno ha, più uno è”, i dati negativi del PIL degli ultimi anni hanno causato sconforto e depressione, sommando problemi a problemi nei singoli individui. Invece di trovare le vere soluzioni, analizzando nel concreto le pecche di un sistema obsoleto che per cambiare richiederebbe il sacrificio di tutti e non solo di qualcuno, l’economia globale continua ad essere “aggrappata” ai dati, peraltro scorretti, del PIL.
Basta infatti pensare che, a livello di statistica (che va poi a determinare i dati economici), una persona che riceva un voucher di 10 euro in una settimana è considerato “occupato”, per poter tranquillamente sostenere che l’economia reale è molto diversa da quella virtuale, ma è su quest’ultima che si basano tutte le strategie a livello mondiale. Ritengo che finché si continuerà a credere che solo attraverso l’aggregazione di semplici dati, o numeri, o indicatori si possano risolvere i problemi veri degli esseri umani, questa società continuerà a scivolare indietro, diventando sempre più crepuscolare e nichilista.
Sappiamo tutti che la crescita ed il superamento dei problemi esistenziali non passa attraverso il PIL ma attraverso la creazione di processi interiori, condivisi con il prossimo, che possano stimolare l’uomo a superare i problemi dell’oggi, accettandone i limiti, per costruire un futuro migliore in cui si trovino anche equilibri diversi. Pensare che la nostra società possa migliorare anche se avrà di meno è solo un’utopia? Pensare che sia più importante un Benessere Interno Lordo rispetto al Prodotto Interno Lordo è solamente un sogno per idealisti?
Il governo con lungimiranza ha approvato una legge di riforma del Terzo Settore, di cui fanno parte anche le Pro Loco che con onore rappresento in Piemonte, questa volontà politica potrebbe realmente “aprire le porte” ad un mondo in cui il PROFITTO non sia l’unico elemento di valutazione anzi non lo sia affatto.
Il ruolo delle istituzioni pubbliche, purtroppo e sottolineo purtroppo, si è anch’esso piegato alla mastodontica piovra del profitto. Le Associazioni, il Volontariato, che già oggigiorno danno un importantissimo contributo alla nostra società, attraverso il principio di sussidiarietà, potranno in futuro creare le vere occasioni affinché il singolo, solo e in difficoltà, possa di nuovo confrontarsi con il prossimo per migliorare la propria condizione, ma soprattutto creare nuovi equilibri in cui il profitto abbia un ruolo giusto e importante ma non sia l’unico punto di riferimento.
Vivere in un’associazione NON PROFIT potrebbe significare accettare un nuovo stile di vita in cui meno si ha ma più si è… e meglio si sta, con il prossimo e la natura nella sua complessità, potrebbe voler dire che stare con gli altri non significhi necessariamente competere, che confronto non ha lo stesso significato di scontro. Tutti noi volontari nell’ambito delle nostre associazioni abbiamo un grande compito, ed io mi auguro che, con pazienza e lungimiranza, riusciremo a realizzare.
Giuliano Degiovanni
Presidente Pro Loco del Piemonte