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TURISMO: DA LIBRO “PRO LOCO RISORSA PER IL TERRITORIO”, UNA FOTOGRAFIA DELL’IMPATTO ECONOMICO E SOCIALE DELLE 6300 ASSOCIAZIONI ITALIANE, PIÙ DI MILLE QUELLE PIEMONTESI

La presentazione è avvenuta martedì 25 maggio in Senato, su iniziativa del sen. Antonio De Poli

Le Pro Loco italiane sono da sempre protagoniste del nostro Paese: dal ruolo di pioniere dell’accoglienza e della promozione turistica di fine Ottocento al generoso sostegno fornito alle comunità durante l’emergenza Covid-19; dai 110mila eventi organizzati nel 2018 (cui hanno preso parte 88 mln di visitatori) al ruolo, conquistato sul campo, di protagoniste indiscusse della valorizzazione del patrimonio culturale immateriale. Sono queste solo alcune delle tappe del percorso di crescita delle Pro Loco aderenti all’Unpli Aps, riportate dal volume “Pro Loco risorsa per il territorio”, edito da Marsilio e presentato il 25 maggio scorso nella sala “Caduti di Nassirya” del Senato della Repubblica, su iniziativa del senatore Antonio De Poli. Alla presentazione sono intervenuti anche i senatori Stefano Collina, Paola Binetti, Luigi Vitali, Stefano Candiani e Manuel Vescovi.
Il libro dà conto dello studio compiuto dalla Cgia di Mestre-Centro Studi Sintesi, fornendo un’esclusiva visione d’insieme sull’impatto economico e sociale dell’azione delle Pro Loco italiane; in Italia sono 6300, in media 0,79 per ogni Comune, e contano 300mila volontari attivi. In Piemonte si contano oltre mille Pro Loco, con una densità altissima: si pensi alla provincia di Asti con una Pro Loco ogni 1800 abitanti!
“Il valore della produzione generato dal sistema delle sagre e delle fiere Pro Loco è pari a 2,1 miliardi di euro in un anno, considerando anche l’indotto” ha evidenziato il sen. De Poli, autore in Senato di un disegno di legge sul riconoscimento delle attività di queste realtà associative.
“Il sistema delle Pro Loco, dunque, genera ricchezza e stimola le economie locali (secondo lo studio della Cgia di Mestre, sono 122 mln di euro i consumi e 10.500 i posti di lavoro attivati dal sistema di sagre e fiere organizzate nei vari territori, da Nord a Sud). Ma il valore aggiunto è il contributo essenziale delle Pro Loco in termini di coesione sociale e di crescita delle nostre comunità”, ha concluso il sen. De Poli.


Diffuse in tutta la nazione, ben tre Pro Loco su quattro (4700) sono impegnate nella valorizzazione e gestione del patrimonio locale materiale, 5500 svolgono attività di comunicazione e promozione delle attività locali e il 57% cura l’ufficio di informazioni turistiche.
“Le iniziative delle Pro Loco costituiscono veri e propri volani per i singoli centri in virtù del valore specifico dell’attività compiuta e dei risultati prodotti in termini di promozione e animazione” ha affermato Antonino La Spina, presidente dell’Unione Nazionale delle Pro Loco Aps.
Stefano Raso, vicepresidente Piemonte e membro di Giunta nazionale, ha ricordato come le Pro Loco “siano l’anima dei borghi, interpreti di quel patrimonio immateriale che rende l’Italia ricca ed unica nel mondo”.
Anche se “l’emergenza Covid-19 ha spazzato via la stragrande maggioranza degli eventi, compresi una grande parte di quelli in programma per l’estate 2021. Di fronte ad una situazione difficile le Pro Loco, però, ancora una volta si sono messe a disposizione delle comunità, supportando le strutture e gli enti impegnati in prima linea ed assicurando, allo stesso tempo, sostegno diretto e concreto, sotto varie forme, alle comunità locali” ha giustamente sottolineato La Spina.

Nel 2018 i volontari delle Pro Loco hanno fornito l’equivalente di ben 25milioni di ore di lavoro volontario nelle forme più disparate (7ml sagre e fiere, 8 milioni altri eventi, 10 milioni altre attività).
“I numeri e le informazioni che abbiamo raccolto e sistematizzato provano ampiamente che le Pro Loco non sono solo sagre e fiere, ma anche eventi che toccano tutti gli aspetti della vita sociale e culturale del Paese oltre che impegno nella gestione di una molteplicità di servizi capaci di rendere fruibile l’immane patrimonio italiano di bellezze materiali e immateriali” ha sottolineato Renato Mason, segretario della Cgia di Mestre.
Complessivamente per musei siti archeologici l’apporto dei volontari delle Pro Loco, ove presenti, è stimato in oltre 4milioni di ore di lavoro per gestire 6-7 milioni di visitatori. Il 57% delle Pro Loco, inoltre, realizza interventi di sostegno o di solidarietà sociale, l’81% collabora con le amministrazioni pubbliche.
Le Pro Loco, inoltre, si contraddistinguono per il valore culturale delle loro azioni: il 36% organizza rievocazioni storiche, il 53% mostre d’arte; il 20% gestisce, o partecipa alla gestione, di musei, siti archeologici (17%) e biblioteche (10%).
“Attraverso la salvaguardia e la valorizzazione dei patrimoni culturali quali, per citarne alcuni, dialetti, lingue locali e tradizioni, le Pro Loco mettono al centro le persone e per il tramite di esse promuovono i territori, di cui sono diretta espressione” ha sottolineato Fernando Tomasello, vicepresidente dell’Unpli e responsabile del dipartimento Cultura e Unesco.
Un percorso quelle delle Pro Loco iniziato con le prime “Società di abbellimento” di fine ottocento, proseguito ad inizio Novecento e dopo il primo conflitto mondiale, assurgendo a “cellule iniziali” dello sviluppo turistico italiano; un tragitto affiancato ed esaltato dal 1962 dalla costante crescita dell’Unione delle Pro Loco iscritta nel Registro nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale, nell’Albo nazionale del Servizio Civile Universale ed accreditata dal 2012 quale consulente del Comitato Intergovernativo, di cui alla Convenzione UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, oltre ad avere un ruolo di primo piano nel nuovo sistema di governo del Terzo Settore, essendo componente del Consiglio Nazionale del Terzo Settore; di recente è entrata a far parte del Consiglio Direttivo dell’Organizzazione Internazionale per il Turismo Sociale (Isto).