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Il senso di appartenenza – Consiglio Regionale Unpli Piemonte

Oggi siamo qui ad Arona per uno scopo, siamo qui perché crediamo che appartenere ad un’associazione sia qualcosa di importante per Noi stessi e per l’Associazione. Come dice Pietro Urcioli quello che viene comunemente definito senso di appartenenza è sicuramente un sentimento di fondamentale importanza nella nostra vita quotidiana, un legame che si istaura tra individui coscienti di avere in comune una medesima matrice culturale, intellettuale, sociale, professionale religiosa.

Frequentemente esso porta alla costituzione di organismi di vario genere come le associazioni i cui principali obiettivi sono ad entra la tutela degli interessi degli aderenti e ad intra la promozione della loro coscienza identitaria. Un po’ come Pietro Urcioli ci dicesse “facendo il bene della nostra Unpli faremo anche il nostro bene” la prima domanda che tutti noi dobbiamo porci è questa: perché oggi siamo qui? Apparteniamo all’associazione di cui siamo attori protagonisti?

A questa domanda non possiamo che rispondere individualmente, ognuno ha un motivo, differente, per essere qui oggi per far parte dell’Unpli. Ma si può far parte di un gruppo attivamente o passivamente, credendo di essere un “componete dinamico o un componente statico” questo dipende dal gruppo ma anche da ognuno di Noi.

Oggi in questa prima ma sicuramente non ultima “relazione del presidente “voglio stimolarvi a pensare come intendete essere “componenti dinamici “all’interno dell’Unpli, voglio che abbiate la sicurezza che ognuno di voi potrà dare il proprio contributo nella misura che vorrà nel rispetto delle regole e dei principi ispiratori della nostra Associazione. Un contributo che se organizzato e finalizzato al bene dell’Unpli non potrà che farlo crescere, non potrà che portare dei benefici alle nostre Pro loco e sicuramente anche a noi stessi. Ma con altrettanta onesta intellettuale vi esorto a pensare che far parte di un organismo non significa esserne assorbiti rinunciando ai propri orizzonti intellettuali o emotivi. Io credo che la posizione più giusta sia quella di collocarsi in una “posizione di frontiera” sufficientemente dentro, cosi da contribuire e attingere ad un comune sentire, ma anche sufficientemente fuori, cosi da esercitare liberamente il proprio giudizio critico.

Conseguentemente, il senso di appartenenza che deriva da questa collocazione marginale non è mai totalizzante, al contrario è sempre parziale limitato, lasciando aperta una via di fuga intellettuale. Questo sarà quello che verrà richiesto ad ognuno di Voi nel più grande rispetto della vostra individualità e libertà personale. Ma far parte di una associazione sia pure volontariamente non significa non impegnarsi per essa o non raggiungere il bene della associazione stessa.

E visto che noi, in primis in Presidente, siamo dei dirigenti dobbiamo volere “dirigere “l’Unpli, indirizzandola in modo che faccia gli interessi delle nostre Pro loco sempre e comunque. Se poi facendo gli interessi dell’Unpli e delle Pro loco realizzeremo anche i nostri avremmo comunque dato il nostro contributo come “componenti dinamici “. Il nostro contributo dovrà essere molto concreto, dovremmo essere i primi a credere nei progetti della nostra organizzazione, se non li condividiamo ci sono tutti gli spazi per discuterli, ma poi dovremmo sostenerli. Far parte di una associazione significa credere in essa attraverso molti aspetti, ve ne elenco alcuni: ? dotarsi delle card Unpli ? affidarsi ai professionisti dell’Unpli ? partecipare alle iniziative promosse dall’Unpli ? creare rete aderendo alle proposte dell’Unpli ? credere nella crescita dell’Unpli utilizzando tutti gli strumenti che ci sono Il contributo di tutti per il bene comune!

Grazie e buon lavoro.

Il presidente Regionale
Degiovanni Giuliano